Accesso al credito. Audizione dei vertici Confesercenti dinanzi alla commissione Bilancio dell’Assemblea Regionale.

COMUNICATO STAMPA

Un punto a favore nella battaglia in difesa della piccola e media impresa. Ad ottenerlo è Confesercenti i cui vertici regionali ieri sono stati convocati, come da loro richiesto, davanti alla commissione Bilancio dell’Ars. Erano presenti anche i rappresentanti dell’Abi siciliana, Mario Lavecchia e Gian Paolo Leonardi che hanno condiviso e rafforzato le tesi di Confeserecenti.

La battaglia è quella per ottenere l’abrogazione di un articolo della legge finanziaria che va contro gli interessi degli imprenditori. Che aumenta i costi per l’accesso al credito e rischia di strozzare le già vessate piccole e medie imprese siciliane. La Confesercenti siciliana punta il dito contro l’art.11 comma 55 della legge regionale n.26 del 9 maggio 2012 che prevede l’eliminazione della possibilità di utilizzare la garanzia diretta del Fondo Centrale di Garanzia, come previsto dalla legge 662/96, da parte delle banche, privilegiando il solo circuito dei Confidi. Una scelta che mina lo strumento degli interventi agevolativi pubblici nazionali a favore delle imprese siciliane.

Ieri abbiamo registrato una netta apertura del presidente della Commissione, l’onorevole Riccardo Savona – spiegano Vittorio Messina e Salvatore Curatolo, presidente e direttore di Confesercenti Sicilia -. Le nostre ragioni, le ragioni della piccole e media impresa sono state comprese e condivise. Il presidente ci ha garantito che sarà al nostro fianco per arrivare all’abrogazione dell’articolo già in questa legislatura o per ottenere che l’assessore non si presenti alla Conferenza Stato-Regione, passaggio decisivo per dare il via libera alla legge. Alcuni deputati – aggiungono i vertici di Confesercenti – hanno presentato degli emendamenti che sposano la nostra causa. E sono parlamentari di diversi schieramenti a testimonianza che la nostra è una battaglia che travalica gli steccati della politica. Potremmo dire che si tratta di una questione di buon senso.

I dati, infatti, parlano chiaro. Confesercenti Sicilia ha creato un’apposita struttura, il Cosvig, che promuove l’utilizzazione della garanzia del Fondo. Da marzo 2007 a oggi Cosvig ha permesso il finanziamento a 4.284 imprese per oltre 320 milioni di euro concessi e garantiti dal Fondo Centrale. Oltre 1700 nel solo 2011. Sempre con tassi e costi complessivi decisamente inferiori a quelli praticati dai Confidi. Tre esempi. Per finanziamenti a medio e lungo termine ottenuti tramite Cosvig da 20, 100 e 300 mila euro i costi sono stati finora rispettivamente di 400, 2.000 e 6.000 euro. Il costo medio è stato del 1,84%. Cifre che lievitano, nei tre esempi di cui sopra, in caso di intervento dei Consorzi Fidi, a 1.400, 7.000 e 21.000 euro. I dati sono questi e sono a prova di smentita. Ai costi sopra descritti relativi ai Confidi bisogna considerare anche quello di iscrizione al Consorzio che in media è di 250 euro e l’accantonamento delle somme a fondo rischi, pari ad un ventesimo del finanziamento, somme queste che vengono restituite alle Imprese alla fine del pagamento del finanziamento. Ecco perché Confesercenti Sicilia ha sentito l’esigenza di alzare la voce per farsi ascoltare prima dall’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao e ora dalla Commissione Bilancio. L’abrogazione del articolo 11 comma 55 ripristinerebbe l’inserimento delle banche tra i soggetti abilitati ad operare con il Fondo Centrale, evitando la creazione di un regime di monopolio. Confesercenti non vuole godere di posizioni di vantaggio, ma pretende di misurarsi con il libero mercato nell’interesse, supremo e inviolabile, della piccola e media impresa.

La crisi economica affligge gli imprenditori – concludono Messina e Curatolo -. Se entrerà in vigore l’articolo 11 comma 55 la Politica dovrà assumersi la responsabilità di avere inferto loro il colpo di grazia. I segnali e la disponibilità finora raccolta da Confesercenti sono incoraggianti. Siamo fiduciosi, ma vigili”. La battaglia prosegue.

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