Istat: Confesercenti, fiducia dei consumatori resta altalenante e pesa sul commercio. Auspicio è che avvio saldi e stagione estiva inneschino una svolta

Istat

La fiducia delle famiglie torna a calare. A giugno, le rilevazioni Istat registrano una discesa dell’indice dei consumatori da 96,5 a 96,1. Si conferma dunque un andamento incerto e altalenante della fiducia dei consumatori, in atto da tempo ma aggravato in parte anche dalle preoccupazioni legate al contesto internazionale.
È quanto osserva Confesercenti, commentando i dati Istat.
L’indice di fiducia delle famiglie registra anche questo mese un lieve calo e continua a collocarsi al di sotto dei valori di inizio anno. Considerando l’intero secondo trimestre, l’indice è in diminuzione di 1,6 punti rispetto all’analogo periodo dello scorso anno.
La fiducia delle famiglie resta dunque fragile, influenzata anche dal clima personale e dalla percezione della situazione corrente, entrambi in calo. Solo le aspettative sull’andamento generale dell’economia e della disoccupazione appaiono in lieve recupero, segno di un atteggiamento attendista più che di una reale inversione di tendenza.
L’incertezza dei consumatori si riflette nella prosecuzione della fase di arretramento della fiducia delle imprese del commercio, scesa a giugno a 101,9 dal 102,8 di maggio e dal 106,1 di inizio anno. In queste condizioni saranno determinanti gli andamenti del prossimo mese di luglio, quando l’avvio dei saldi e della stagione estiva potrebbero finalmente favorire un più consistente recupero dei consumi.
In una fase di perdurante difficoltà del commercio internazionale e delle esportazioni – in cui l’annunciato possibile rinvio dei dazi americani e la ripartenza dei negoziati darebbero un’importante boccata di ossigeno – le prospettive di crescita dell’economia del Paese sono legate ai consumi interni e alla tenuta del turismo. L’auspicio è che il rientro delle tensioni internazionali, l’avvio dei saldi a luglio e la stagione turistica, che entra nella fase più viva, lascino presagire una svolta e un secondo semestre capace di portare a un risultato di spesa interna – e dunque di crescita del Pil – superiore alle previsioni.

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